L’alopecia androgenetica o calvizie è la più comune malattia dei capelli. Proprio in virtù della sua grande diffusione, da alcuni è erroneamente considerata una condizione fisiologica e non una vera e propria patologia.

Colpisce circa l’80 % degli uomini e il 50% delle donne nel corso della vita.
La sua frequenza aumenta con l’età:

  • a 30 anni colpisce circa il 30% degli uomini;
  • a 50 anni il 50%;
  • a 70 anni quasi l’80%.

Nelle donne la malattia diventa più frequente dopo la menopausa, ma può comparire anche in pubertà e a seguito della gravidanza. La calvizie grave esordisce invece intorno ai 16-17 anni di età nel maschio e intorno ai 14-15 anni di età nelle donne e può provocare un notevole diradamento dei capelli ancor prima dei 25 anni. La calvizie è spesso causa di gravi problemi psicologici, soprattutto nei ragazzi giovani.

Alopecia androgenetica grave maschile

Alopecia androgenetica grave maschile

La malattia prende il nome di alopecia androgenetica perché, per il suo manifestarsi, sono necessarie due cause concomitanti:

  • la presenza di ormoni sessuali maschili (androgeni);
  • la predisposizione ereditaria (ereditarietà).

Gli ormoni androgeni sono la principale causa di calvizie. È raro infatti vedere soggetti calvi prima dello sviluppo puberale. Nell’uomo l’alopecia non dipende da un eccesso di ormoni, come riferisce la credenza popolare, ma da una maggiore sensibilità del capello a questi ormoni. Gli androgeni causano un progressivo assottigliamento della struttura-capello, fenomeno definito come miniaturizzazione follicolare.

Alopecia androgenetica femminile

Alopecia androgenetica femminile

Le zone colpite dalla calvizie prendono il nome di aree “androgeno-dipendenti”. In pratica, le più colpite sono l’attaccatura dei capelli sulla fronte e la porzione superiore della testa. Alcune zone del cuoio cappelluto sono invece assolutamente resistenti alla malattia e mantengono i capelli anche nei soggetti affetti da calvizie. È da queste zone sane che i chirurghi, che si occupano di trapianto di capelli, prelevano i follicoli piliferi quando devono effettuare il trapianto.

Nella donna, l’alopecia androgenetica può essere legata ad un eccesso di ormoni sessuali maschili, come nella sindrome dell’ovaio policistico. In questo caso si associa ad altri segni tipici di iperandrogenismo, quali irsutismo, acne e anomalie mestruali.

La predisposizione genetica influenza, invece, l’età di comparsa e la gravità della malattia; la calvizie si manifesta più precocemente in quei soggetti in cui entrambi i genitori soffrono di alopecia androgenetica. In più, è stato dimostrato che l’ereditarietà materna sembra influenzare maggiormente il decorso della patologia.

La progressione della calvizie in genere è un processo lento e graduale, ma la malattia può andare incontro ad improvvisi aggravamenti che possono essere scatenati da malattie sistemiche, interventi chirurgici, periodi caratterizzati da forte stress, significative e rapide perdite di peso.

Per contrastare la calvizie, occorre modificare innanzitutto il proprio stile di vita, evitando, in primis, il fumo, che è tossico per il bulbo pilifero, specialmente se esso è geneticamente predisposto alla caduta. È bene seguire una dieta equilibrata e ricca di sostanze nutritive, che includa: semi, noci, cereali, ortaggi e frutta. Contro lo stress della vita moderna che può portare alla perdita dei capelli, occorre praticare un regolare esercizio fisico e curare attentamente l’igiene del cuoio capelluto, utilizzando shampoo extra-delicati. Infine, la disponibilità di integratori alimentari appositamente studiati offre oggi un ulteriore strumento da impiegare per contrastare la calvizie.